Non esiste più un campo in cui non si punti alla sostenibilità. La tendenza green arriva anche nel mondo dell’intelligenza artificiale. E chi la renderà più sostenibile? Proprio l’intelligenza artificiale. Sembra uno scioglilingua, invece ecco un software in grado di mappare e ridurre le emissioni dei computer per il machine learning.
Scrivere codici per creare algoritmi richiede un elevato fabbisogno energetico a causa della mole di calcoli da effettuare per elaborare i dati. Per monitorare e ridurre questa richiesta di energia un team di esperti provenienti da vari angoli dell’America del Nord ha dato vita ad un software open source che permette di tracciare l’impronta di carbonio dell’intelligenza artificiale. Uno strumento in grado di calcolare la quantità di CO2 prodotta e indicare come ottimizzarne il consumo in base alle operazioni effettuate.
Il team, composto da esperti della Boston Consulting, Bcg Gamma, Haverford College e Comet.ml, ha così elaborato un’infrastruttura in cloud che utilizza fonti di energia a basso consumo energetico. CodeCarbon, così è stato chiamato il software, ha il compito di calcolare l’anidride carbonica generata dalle risorse di computing per l’esecuzione del codice.
Una necessità, visto il consumo sostenuto. La generazione di un algoritmo di machine learning è un’attività tutt’altro che rapida e sostenibile da un punto di vista energetico. Parliamo di più macchine attive h24 per settimane o, nella migliore delle ipotesi, giorni. È qui che interverrebbe CodeCarbon registrando la CO2 emessa sia che si utilizzino provider Amazon, Microsoft o Google oppure datacenter privati.
Un computer che consuma quanto un diesel? Grazie a CodeCarbon lo si potrà sapere. Il software, infatti, elabora e condivide in tempo reale i dati di consumo mostrandoli sottoforma di chilometri percorsi in automobile o ore di TV accesa.
L’intelligenza artificiale vuole migliorare sé stessa lavorando con i suoi strumenti per rendere il tutto più green. Anche chi fa parte di questo mondo tiene a cuore il tema ambientale, ma in molti casi i protagonisti del settore non conoscono gli impatti ambientali delle proprie azioni. È il caso dell’upload dei file multimediali, spiega Yoshua Bengio, fondatore di Mila e uno dei massimi esperti al mondo in materia di intelligenza artificiale, considerata una delle operazioni a maggior dispendio energetico.
Ad oggi il comparto ICT pesa per circa il 2% sull’emissione di gas serra a livello mondiale, soglia già identificata come tetto limite da non superare. Monitorare e capire come ridurre questo consumo è il principale intento di CodeCarbon.