È nei periodi più difficili che il Vecchio Stivale fa vedere davvero il suo valore. Lo fa ancora una volta. È l’Italia: la nazione che, secondo i dati Netcomm (Consorzio del Commercio Digitale Italiano), ha compiuto un balzo in avanti di dieci anni nei primi cinque mesi del 2020 per quanto riguarda il commercio online.
I consumatori hanno goduto di un vertiginoso aumento dell’offerta digitale di prodotti. E così il cliente è diventato un esperto navigatore del mondo del web, facendo registrare incrementi da capogiro per gli scambi commerciali a portata di click (o tap per smartphone e tablet).
- pet care +154%
- cibi freschi e confezionati +130%
- prodotti per la cura della casa +126%
- prodotti per la cura della persona +93%
Sono solo alcuni dei dati riferiti da Netcomm durante il forum Live che si è tenuto il 6 e 7 maggio. Le stime pre-Covid parlavano di un aumento di consumatori online di circa 700mila unità nel primo quadrimestre dell’anno. La storia però è stata un’altra: 2 milioni di consumatori digitali, con un +1.3 milioni rispetto alle stime iniziali. Oltre ogni più rosea aspettativa.
Inutile nascondersi, gran parte degli italiani convertiti improvvisamente all’e-commerce è stata costretta dal lockdown. La chiusura della stragrande maggioranza delle attività commerciali ha spinto sia i rivenditori ad investire sulla vendita online che i consumatori all’acquisto da seduti in poltrona. Nella più semplice delle leggi economiche, domanda ed offerta s’incontrano e regalano un grafico a crescita verticale nel mondo delle vendite online.
I malpensanti diranno che si tratta di una moda passeggera. “Ni”: non parliamo in alcun modo di una economia di guerra. L’effetto digital, rivela il Consorzio del Commercio Digitale Italiano, avrà comunque un consolidamento nel tempo al di là della pandemia.
E guai a sostenere che l’e-commerce possa rappresentare un pericolo per le PMI. Anzi, come ribadito anche dalle analisi Netcomm, deve essere concepito come reale alleato in grado di offrire alle aziende un canale di vendita alternativo e tradursi in un conseguente aumento del fatturato.
Il sistema ha dovuto adattarsi paurosamente in fretta. Se prima la logistica era settata su determinati standard, ora deve correre a velocità quadrupla. Ma ad oggi la rivoluzione in atto sembra funzionare. Sono mutati i tempi di risposta, le modalità di spedizione e consegna delle merci.
Il digitale costituisce a tutti gli effetti un amico nel commercio sia per chi vende che per chi acquista. Un esempio lampante è rappresentato dal +349% del click&collect, che altro non è che la possibilità di ordinare online un prodotto e ritirarlo direttamente in negozio quando pronto.
Resta invariato l’aiuto nella scelta all’acquisto del consumatore che si trova in un negozio. L’assistenza pre e post vendita. Ma se prima l’attività al dettaglio face to face veniva considerata fenomeno centrale, oggi il suo ruolo sta mutando.
Il punto vendita si sta trasformando (anche se solo in parte) in un mero magazzino per il ritiro delle merci. Anche così l’Italia prova a rialzare la testa.