Le aziende credono sempre di più nella sostenibilità ambientale e lo fanno anche sul piano occupazionale.
I dati del 2020, a guardarli, deprimono un po’. Ma la scialuppa di salvataggio è ancora il “verde”. Se si hanno competenze nel settore ci sono più possibilità di essere assunti. È quanto emerge dal Focus Censis Confcooperative “Dopo le macerie la ricostruzione, ecco l’Italia che ce la fa”.
Secondo lo studio, entro il prossimo quadriennio, il fabbisogno occupazionale complessivo del sistema produttivo italiano sarà pari a 2,6 milioni di occupati. Di questi, le imprese ne richiederanno 1,6 milioni con competenze green, di cui 978 mila con competenze elevate nella sostenibilità ambientale.
Il Sud a testa alta: nel 2019 un’azienda su 3 che ha investito in competenze professionali green era posizionata nel Meridione. L’indagine mostra come l’attenzione a temi sociali e ambientali sia aumentata in maniera esponenziale, fino a rappresentare un aspetto centrale per il 70,5% dei campioni intervistati. Più della metà, il 57%, ha dichiarato che lo sviluppo dell’azienda avrà come core l’impegno in sostenibilità.
Entro il 2024 sei lavoratori su dieci saranno assunti in posizioni che richiedono skills in ambiente e sostenibilità. È più di una semplice tendenza, è la direzione che sta prendendo il mondo. Una stretta virata dettata da un 2020 che è già passato alla storia. Il dato sembra quasi un azzardo, ma il rapporto sostiene che il 60% delle future nuove posizioni lavorative non riguarderà campi economici o ingegneristici in senso generico, ma verticalizzati e applicati ai temi di economia circolare.
Le assunzioni del domani rientrano in una strategia più ampia frutto delle intenzioni già manifestate: il 42,5% delle imprese intervistate ha dichiarato che s’impegnerà ad adottare un piano integrato di sostenibilità aziendale.
Cambiando le aziende cambiano anche i dipendenti.