Forse non aveva tutti i torti chi gridava “al lupo, al lupo” per spingere le imprese italiane verso il complicato percorso alla digitalizzazione.
C’è voluta una pandemia per convincere i più che adottare un paradigma 4.0 nella gestione dei processi non fosse solo un’opzione, ma una vera e propria esigenza vitale.
È parso evidente a tutti che coloro meglio attrezzati digitalmente, non solo sono riusciti a tutelare meglio la continuità dei processi produttivi, ma hanno avuto a disposizione informazioni di maggiore qualità per prendere decisioni strategiche, hanno riconvertito con grande velocità le produzioni, hanno monitorato e gestito i rischi tempestivamente e in maniera efficace.
Che la lezione sia stata apparentemente compresa lo sanciscono i dati dall’Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano. Nel 2019 investimenti in sistemi, soluzioni e servizi digitali sono cresciuti del 22% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore assoluto di 3,9 miliardi di euro.
Certo, direte voi, nel 2019 non si profilava ancora all’orizzonte il pericolo pandemico. Vero, ma i ricercatori dell’Università milanese ci presentano un dato incoraggiante. Il panel delle imprese interessate dallo studio ha confermato anche per il 2020 che “Il sentiment verso l’industria 4.0 rimane positivo, rafforzato dalla considerazione che l’emergenza abbia accelerato la trasformazione digitale“.
Naturalmente il livello degli investimenti sarà destinato a decrescere (considerando anche che da quattro anni a questa parte è quasi triplicato). Non si tratta tuttavia di un tonfo. Le imprese, in funzione del livello di ripresa della domanda e di auspicabili sostegni pubblici agli investimenti, oscillano tra stime positive che collocano la spesa in ammodernamento digitale allo stesso livello del 2019, a quelle più negative che, però, contengono la contrazione in una forbice tra il 5 e il 10%.
Dove si orienteranno gli investimenti? I ricercatori milanesi indicano cinque grandi direzioni sulle quali le imprese focalizzeranno la ricerca di tecnologie applicative smart: social distance monitoring and enforcement, simulation a supporto alle decisioni, remote management (meeting e training), non-stop new product design e new service design e remote operations. Una conferma, se ve ne fosse bisogno, che in periodi di crisi si tende a preservare sopra a tutto Sicurezza, Capacità di lettura degli scenari e Continuità operativa.