“New Normal”, un termine un po’ abusato ma che descrive bene come i meccanismi psicologici, sociali ed economici della nostra società si trasformeranno sempre di più per coabitare con uno scenario pandemico che, virulento o meno, ci accompagnerà per lungo tempo.
Nei duri mesi del lockdown, tutti abbiamo sperimentato come la nostra qualità di vita sia stata fortemente condizionata dal digitale. In particolare, chi aveva accesso alle risorse tecnologiche ha potuto studiare, lavorare, fare la spesa, comunicare con amici e parenti. Gli esclusi, no. Ed ecco che dunque è l’inclusione digitale che diventa l’aspetto centrale da considerare se vogliamo che il Paese, insieme, possa guardare al futuro con ottimismo.
Per sottolineare questo aspetto, Federazione Digitale, l’organismo creato da Netcomm e IAB Italia con l’obiettivo di promuovere l’evoluzione digitale nel Paese, ha presentato il Manifesto “Rinascimento Digitale”. È un documento in 10 punti che, nelle parole di Roberto Liscia, Presidente di Federazione Digitale e di Netcomm, ha esattamente l’obiettivo di promuovere su larga scala i vantaggi del digitale: “Con questo manifesto intendiamo impegnarci affinché il digitale diventi, prima di tutto, strumento di inclusione sociale e volano per il progresso economico che il nostro Paese, in questa fase di necessaria ripartenza, non può più rimandare. Utilizzo intelligente e sistematico dei big data, smart working, e-learning, e-government, commercio e pagamenti digitali, sistemi di regolamentazione del digitale sono le direttrici che perseguiremo.”
Ma vediamole nel dettaglio le topic del Manifesto. Si tratta, certo, di buoni propositi senza “decreti attuativi”, ma da qualche spunto si dovrà pur iniziare per accelerare una modernizzazione del Paese troppo a lungo attesa:
- Utilizzare e per tempo il “contact tracing digitale”e i big data per evitare futuri lockdown delle nostre città, delle nostre economie, delle nostre attività.
- Lavorare da remoto, in sicurezza e piena efficienza, addirittura con migliorata produttività.
- Processi digitali e attività di “data-mining” che consentano a imprenditori, manager, funzionari pubblici, illuminati e reattivi, di governare modernamente ed efficacemente le proprie aziende e le nostre organizzazioni.
- E-learning per non fermare mai la nostra conoscenza e renderla democraticamente fruibile ad una platea sempre più ampia, abbattendo i costi dell’accesso alla formazione e all’istruzione, eliminando il digital divide.
- E-government per snellire definitivamente il rapporto stato-cittadini e renderci effettivamente liberi e consapevoli in un libero, forte e disciplinato governo di regole, ma anche di facilità di rapporto, amichevole e basato sulla reciproca fiducia.
- Edicola digitale e informazione di qualità distribuita a tutti online, a basso costo, con minore impatto ambientale, contro la deforestazione del nostro pianeta.
- L’E-commerce è la risorsa digitale più importante a disposizione delle aziende per sostenere il loro mercato, le loro vendite.
- Il mondo delle transazioni economiche e finanziarie è entrato ormai prepotentemente nell’era della dematerializzazione dei sistemi di pagamento, della completa e capillare affermazione dei sistemi di pagamento digitali.
- La lotta alla criminalità e alle varie forme di terrorismo, alle forze sovversive, piuttosto che la semplice sicurezza e assistenza da remoto dei nostri cari affetti, passano attraverso un lavoro preventivo di inclusione digitale e di collaborazione internazionale che, nel grande rispetto delle libertà individuali e del diritto alla privacy delle nostre vite (oneste e regolari), solo il “Rinascimento digitale” può realizzare.
- Il futuro della ricostruzione post rivoluzione digitale è stato reso ancora più urgente, attuale, impellente dalla pandemia Covid-19, che ha accelerato ciò che era già iniziato per effetto della
Il decalogo, a tratti, ha trovato riscontro nel dibattito pubblico degli ultimi mesi (si pensi alle polemiche sulle app di contact tracing digitale). Questo, naturalmente, non è sufficiente. Per innescare un vero e proprio new deal digitale è necessario ben altro. Obiettivi precisi che, sostenuti da volontà politica e risorse finanziarie, creino finalmente le condizioni, soprattutto nella PA e nelle Piccole e Media Imprese, per un definitivo cambio di passo verso il futuro.