Mai come in questo caso Nomen omen. All’interno del concetto di agile, inteso come metodo di lavoro, si muove un mondo di significati che vanno tuttavia in un’unica direzione: rendere i processi flessibili e reattivi ai cambiamenti, adatti agli scenari volatili che sono l’orizzonte che avremo di fronte nei prossimi decenni.
Ma facciamo un po’ di storia. Sì, perché il metodo agile è di derivazione informatica ed è stato introdotto per la prima volta quasi vent’anni fa, nel 2001. L’obiettivo dei promulgatori del Manifesto dello sviluppo agile del software era di trovare un’alternativa al tradizionale project management “a cascata”, che richiedeva tempi lunghi per la messa in produzione del software, accompagnati da alti rischi che il risultato finale potesse essere difforme, per i mutamenti avvenuti in corso di progetto, dagli obiettivi iniziali.
La soluzione fu dunque individuata in un approccio basato sul continuo confronto all’interno dei team, sulla partnership sinergica con i clienti, sul rilascio rapido e incrementale di piccole porzioni del lavoro in modo da verificare in itinere la correttezza dei progressi.
Fuori dal contesto informatico, Agile ha acquisito un’estensione più ampia ad indicare un vero e proprio cambio di mindset organizzativo quando non addirittura un’attitudine di tutta l’azienda (Agile Business). Si tratta, in buona sostanza di favorire una cultura organizzativa, certo supportata in seguito da metodi e prassi, che abbia la capacità di ripianificare continuamente che cosa fare per cogliere le opportunità che emergono dall’ambiente in cui si opera.
Considerando gli scenari volatili in cui si stanno muovendo le imprese, amplificato ancor di più dalla crisi generata da Covid-19, l’approfondimento di questo approccio al business potrebbe essere una buona idea per molte organizzazioni. Se partiamo infatti da scenari mutevoli e da progetti che “non poggiano sulla roccia”, è plausibile che ragionare in itinere, come richiesto alle imprese agile, inglobando i feedback del team e dei clienti in modo incrementale, potrebbe essere fondamentale in un duplice ottica.
Innanzitutto, ridurrebbe i rischi di progetto per il cliente, che non dovrebbe aspettare la fine della “cascata” per poi magari scoprire che il prodotto/servizio non corrisponde alle premesse definite. In secondo luogo, sarebbe vantaggioso anche per il “prestatore d’opera” che capirebbe velocemente se il progetto si sta orientando nella giusta direzione creando il valore richiesto dal cliente stesso.
Pre requisito per operare in modo agile, dare estrema rilevanza al team di lavoro, alla sua autonomia e alle sue interazioni, operare in stretta sinergia con il cliente coinvolgendolo in tutte le fasi e, last but not least, essere preparati ad affrontare il cambiamento, disarticolando continuamente le milestone di progetto in funzione di quello che emerge dai processi di condivisione e dai mutamenti “ambientali”.