La parola “smart” è come il nero, sta bene con tutto. E infatti lo studio di Reply “Industrial IoT: A Reality Check” lo dimostra. La ricerca sottolinea come l’Industrial Internet of Things (IIoT) sia sempre più rilevante nelle aziende europee e questo è un passo fondamentale per creare l’Industria 4.0. La Smart Factory sarà quindi la protagonista indiscussa dei prossimi anni in tutti i paesi dell’Unione Europea, ma non solo. La ricerca ha analizzato la situazione anche a livello mondiale ed in entrambi i cluster si è verificata una crescita degli investimenti sia in ambito Smart Factory che Smart Transports & Logistics. Le due squadre che si sfidano in questa partita di calcio a cinque sono: Europe 5 (Germania, Francia, Italia, Belgio e Paesi Bassi) e Big 5 (USA, Cina, Brasile, India e Gran Bretagna).
E quindi chi vincerà? Difficile dirlo. A livello europeo, lo studio osserva che la Smart Factory crescerà quasi il triplo in ogni paese fino al 2025 raggiungendo oltre i 23 miliardi di euro in investimenti. A guidare questa classifica ci sarà, come sempre, la Germania, seguita da Francia e Italia dove si registrerà anche un +130% in Smart Transport and Logistics. I leader a livello mondiale saranno invece Stati Uniti e Cina, anche se è in India che ci si aspetta la crescita maggiore.
Ma perché l’IIoT è così importante? L’uso di oggetti interconnessi e reti intelligenti permette alle aziende di migliorare la visibilità della propria produzione, aumentare la produttività e la qualità, migliorare la manutenzione, la supply chain e la logistica, oltre che lanciare nuovi modelli di business basati sulla comunicazione in tempo reale tra filiere produttive. Questo è un passo fondamentale per le aziende che vogliono raggiungere lo status di Smart Factory o Fabbrica Intelligente.
Se ci si sta chiedendo di chi sia il merito di questa crescita così consistente della spesa in digitalizzazione, una parte della risposta è senza dubbio il 5G che migliorerà esponenzialmente la velocità con la quale macchine e sistemi si scambieranno le informazioni all’interno della fabbrica. Un ulteriore contributo all’incremento è imputabile alla cyber security, tema ormai sempre più all’ordine del giorno se si intende preservare l’integrità dei dati in contesti aziendali sempre più connessi e “aperti” e, dunque, esposti a rischi di attacco informatico.
Ciò detto, non bisogna credere l’avanzare delle tecnologie “smart” sia generato solo dalle aziende manifatturiere. In realtà, l’IoT oggi permea tutti gli aspetti della nostra esperienza di vita comunitaria: smart cities, sanità, attività di intrattenimento, education.
Molto positivo, dunque, che anche il tessuto industriale nazionale, per una volta, guidi il fenomeno della digitalizzazione piuttosto che vederlo realizzato in altri contesti (si pensi alla diffusione del mobile nel consumer) e poi cercare faticosamente di tradurlo in applicazioni in grado di creare valore.
La smart life è già fra noi e, per una volta, sarà anche il mondo manifatturiero a coglierne per tempo le grandi opportunità.