“Nei prossimi anni saremo chiamati a fare delle scelte, rispetto alla tecnologia, che determineranno sia il modo nel quale essa potrà essere utile a un modello di sviluppo sostenibile, sia il fatto che possa essere sostenibile in sé: scegliere il ruolo della tecnologia digitale sarà quindi funzionale tanto a farne uno strumento di sostenibilità, quanto a conferire a essa stessa una dimensione sostenibile.”
Stefano Epifani, Sostenibilità Digitale, Digital Transformation Institute, 2020
Il rapporto stretto tra Sostenibilità e Digitalizzazione è al centro non solo del volume di Stefano Epifani, docente di Internet Studies alla Sapienza di Roma e presidente del Digital Transformation Institute, qui su citato, ma anche di un vivace e fondamentale dibattito scaturito dalla crisi climatica da un lato e dall’accelerazione dello sviluppo tecnologico degli ultimi anni dall’altro.
Con la pubblicazione dell’Agenda 2030 diversi governi e istituzioni si sono impegnati a raggiungere imprescindibili obiettivi a garanzia di un futuro migliore che possa tutelare ambiente, persone ed economia: una sfida sfaccettata e complessa che implica radicali cambiamenti di abitudini e di scelte.
Parlare di progresso vuol dire, in fondo, migliorare le condizioni precedenti, percorrendo un cammino evolutivo che apporta benefici indiscutibili. La tecnologia ha dimostrato di poter giocare un ruolo fondamentale in questo contesto, ma altrettanto sfaccettato e complesso quanto le sfide poste in essere.
La sostenibilità delle tecnologie, come afferma Epifani nel suo volume, viaggia principalmente su due binari: sulla possibilità che esse hanno di abbattere o eliminare abitudini, azioni e processi altamente impattanti sull’ambiente e sul nostro stile di vita, e l’impatto che esse stesse hanno sul pianeta, sulle persone e sull’economia.
Se da una parte, infatti, abbiamo potuto affrontare periodi difficili come la pandemia, grazie all’utilizzo delle tecnologie che ci hanno permesso in molti casi di non interrompere i flussi di lavoro, i programmi scolastici e le nostre relazioni, seppur a distanza, e di fare acquisti o di aprire la strada a nuove professioni, dall’altro la produzione di tutte le apparecchiature e dispositivi che hanno reso possibile tutto questo ha comportato un consumo di risorse e uno sviluppo di dinamiche di filiera non sempre trasparenti.
Grazie alle tecnologie abbiamo conquistato uno spazio più ampio di equilibrio tra vita e lavoro, la digitalizzazione di molti documenti ha portato a ridurre notevolmente la produzione e il consumo di carta, lo smart working ha contribuito a ridurre gli spostamenti e in qualche misura anche l’inquinamento da mezzi di trasporto, molti software, dispositivi e apparecchiature consentono un’elevata ottimizzazione dei processi aziendali che aiutano a ridurre ritmi, tempi e costi aziendali. Dalle smart city alla continua ricerca delle start up di soluzioni volte a ridurre l’inquinamento, l’impiego delle nuove tecnologie favoriscono lo sviluppo dell’economia circolare verso modelli sostenibili… ma:
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Il 3% delle emissioni mondiali di CO2 è rappresentata dall’Industria IT, i vari dispositivi tecnologici sono prodotti con metalli e materiali rari sfruttando ingenti quantità di risorse e creando problemi di smaltimento sicuro e di sicurezza sul lavoro mentre i rifiuti elettronici, RAEE, sono riciclati solo in piccolissime quantità.
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I grandi Data Center hanno bisogno di grandi quantità di energia per raffreddare i propri impianti. L’invio di una singola email con allegato equivale a una lampadina accesa per un giorno intero, mentre guardare un’ora di video in streaming consuma la stessa energia di un frigorifero in un anno e così via…
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Se le distanze, inoltre, sembrano essersi accorciate attraverso app e software di condivisione, la socializzazione, in realtà, ne risulta minacciata: isolamento, scarsa concentrazione e eccessivo distacco dalla realtà creano disagio e sofferenza spesso difficili da identificare e affrontare, mentre l’assenza di confini alle possibilità di interazione pone questioni etiche importanti su temi come privacy, condizionamento e libertà di scelta.
Il concetto di Sostenibilità Digitale, dunque, nasce dall’esigenza di trovare equilibrio tra i benefici e le possibilità che la tecnologia offre e apporta al cammino verso un futuro sostenibile e l’impatto negativo che invece indiscutibilmente ha in certi ambiti. Per definirla in maniera più incisiva prendiamo ancora una volta in prestito le parole di Stefano Epifani:
“Quella sostenibilità che definisce le modalità con le quali si dovrà sviluppare la tecnologia digitale affinché essa contribuisca alla creazione di un mondo migliore, sia rispetto alla sua natura, sia rispetto al suo ruolo strumentale verso ambiente, economia e società”.
Come fare per realizzare questo proposito?
Il primo passo è sicuramente quello verso la conoscenza: conoscere le tecnologie, il loro funzionamento ma anche i loro consumi, e i loro risvolti psicologici e sociali porta ad adottare comportamenti che ne limitino gli impatti negativi. Favorire l’adeguata alfabetizzazione digitale consente ad ognuno di noi di utilizzare la tecnologia con consapevolezza mettendo in atto buone pratiche quali:
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Utilizzare server alimentati esclusivamente da energie rinnovabili,
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Rivolgersi a sevizi e tecnologie totalmente open source,
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Spegnere il modem o il pc quando non li utilizziamo,
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Utilizzare il wi fi in luoghi pubblici,
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Staccare i cellulari dalla presa una volta completata la ricarica,
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Utilizzare un link in una email anziché un allegato,
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Ridurre al minimo su un sito web la raccolta dei cookies e prediligere un hosting sostenibile,
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Utilizzare i social il meno possibile
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Inviare un numero limitato di immagini e video
per citare solo alcuni esemplificativi ma significativi casi.
In generale è complicato soppesare precisamente rischi e benefici delle nuove tecnologie, ma partendo dalle informazioni già disponibili e dagli studi già condotti, con coscienza e volontà di sicuro l’innovazione e la sostenibilità sono un binomio fondamentale per garantire un futuro migliore al pianeta, alle persone e all’ambiente.