Intelligenza Artificiale, Realtà Virtuale, Realtà Aumentata, Social Media, App, video chiamate, lavoro da remoto, e-commerce, e-learning… sono solo alcune delle mille sfaccettature e possibilità del percorso tecnologico fino ad ora compiuto. Un percorso che ha cambiato radicalmente prospettive e approcci, abitudini e comportamenti, pervadendo in maniera significativa dapprima la quotidianità e poi la visione più ampia della società e delle regole alla sua base.
Si sta vivendo un momento di grande trasformazione e necessaria diventa, dunque, la riflessione su ciò che si conquista e su ciò che si rischia di perdere di vista, sulle implicazioni che le possibilità date da nuovi strumenti e tecnologie possono avere sulle nostre vite, le nostre relazioni e i nostri valori.
Ispirato all’Umanesimo quattrocentesco in cui forte si impose la volontà di rimettere l’uomo al centro della discussione filosofica e dell’indagine storica, l’Umanesimo Digitale si propone di partire dall’importanza di tutelare la dimensione umana all’interno di un mondo nel quale sono diventati nebulosi i confini tra la scelta e l’imposizione, la privacy e l’esposizione, la socialità e l’isolamento, le capacità e l’automatismo, i nostri reali desideri o l’algoritmo, senza però tralasciare, allo stesso tempo, le indiscutibili conquiste che il progresso tecnologico ha portato.
All’interno di questa zona di confine tra rischi e possibilità, tra tutela e liceità, dunque, lo sviluppo dell’Umanesimo Digitale segue principalmente due fasi: recuperare la dimensione umana attraverso nuove regole che delimitino il potere delle tecnologie sulle nostre vite e utilizzare le stesse tecnologie allo scopo di ottenere benefici e vantaggi.
Ogni innovazione, nell’arco delle Storia dell’uomo ha comportato stravolgimenti importanti mettendo in discussione valori e modus operandi, arrivando alla fine a utilizzare le nuove invenzioni per migliorare la condizioni di vita e per progredire, aumentando il bagaglio delle possibilità: la scrittura, la ruota, le macchine, gli elettrodomestici… dietro ad ognuno di essi c’è sempre stato l’uomo e il suo controllo.
La sfida di oggi è certamente più impegnativa perché il Digitale pone sul tavolo questioni etiche importanti, ma ha anche un forte potenziale rivoluzionario: rendere accessibili cultura e servizi laddove prima era impensabile, aprendo nuovi scenari sociali, lavorativi ed economici.
“Umanesimo Digitale” deriva dal titolo di un volume a firma Julian Nida-Rümelin e Nathalie Weidenfeld in cui l’assunto principale è infatti che il problema non siano le tecnologie in quanto tali, ma l’utilizzo che l’uomo ne fa e le regole e i principi etici che si trovano alla base di esso. Questo è l’obiettivo che determina la condizione di controllo dell’uomo sulle tecnologie affrancandolo dal divenirne vittima e schiavo per raggiungere, invece, attraverso di esse, il continuo miglioramento delle proprie condizioni di vita.
In questo modo l’uomo resta l’artefice del proprio destino considerando la tecnologia unicamente sulla base della sua utilità: in funzione di questo approccio egli riuscirà con il tempo a pensare alle trasformazioni possibili del proprio agire e del proprio divenire in un continuo percorso evolutivo.